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Un' affascinante escursione per buone gambe e non (partendo dal Santuario della Madonna del Frassino di Ornica a circa 1000 m (BG) tutta sull’unico sentiero CAI 106
Un'escursione impegnativa, ma affascinante per la ricchezza di elementi naturalistici di cui è costellato il percorso, é quella che da Ornica (1000 m) porta ai 2554 metri di quota del Pizzo dei Tre Signori, seguendo la Val d'Inferno.
Ovviamente l'escursione è pur sempre bella e meno impegnativa se, anziché raggiungere la vetta del Pizzo Tre Signori, ci si ferma alla Bocchetta della Val dì'Inferno (2306 m), oppure, a quota inferiore, ad una delle baite dell'Alpeggio.Un tempo la Val d'Inferno non aveva questo nome ma si chiamava Val Fornasicchio.
Osservando ed analizzando una mappa del 1.800, scopriamo che il territorio di Ornica era una fucina unica e possedeva numerose chiodarole con maglio (si contano almeno 1 maglio da ferro, 7 fucine da ferro, 8 mulini da grano, 1 pila da orzo), alimentate dalle Valli d'Inferno e Ciusur, che significa "chiuso" a differenza della parte superiore chiamata "ciara". Nei secoli passati, tra la bocchetta del Monte Trona e il lago Nero esistevano diverse miniere di ferro; parte del minerale estratto veniva trasportato a Ornica, a dorso di mulo, per alimentare il forno di fusione. La presenza considerevole di forni e fucine con l'utilizzo del carbone prodotto sul posto per la lavorazione del ferro, poteva aver alimentato nella fantasia popolare l'accostamento all'Inferno, luogo del fuoco per eccellenza . PERCORSO: tutto sul sentiero CAI 106 in salita e discesa SALITA : Ornica, Madonna del Frassino (1000 m circa) > La Casera- Agritursimo d’Alpe Ferdy (1415 m) > Baita Ciarelli (Ciarèi) 1610 m > Baita Predoni (1800 m circa) > Corna dei Vitelli (1900 m circa) > Bocchetta d’Inferno (2306 m) > Pizzo Tre Signori (2554 m) DISCESA: seguendo passo passo il percorso di salita in senso inverso Dislivello (da GPS Orux Maps): positivo 1677 m, negativo – 1664 Difficoltà: E in lunga, decisa, a tratti ripida salita – ( Tratti EE dalla Bocchetta d’Inferno alla vetta del Pizzo Tre Signori) Distanza: poco meno di 14 km Tempi: complessive 7 ore e mezza (4.30 la salita-3 ore la discesa) Acqua presente fino alla media Valle d’Inferno Bellissimo ritorno sul Pizzo Tre Signori da Ornica, salito la prima volta il 25 agosto 2007, una seconda volta qualche anno dopo ed una terza volta il 20 sett. 2016 ma da Valtorta-Rif. Grassi per la via del Caminetto. Giornata annunciata splendida quella del 27 settembre 2018, come non approfittarne per salire in quota e ritornare su una delle più importanti cime della Val Brembana. Detto fatto, alle 8 sono ad Ornica, parcheggio l’auto poco sopra la Madonna del Frassino (1000 m circa) e mi incammino sul sent. CAI 106 che seguirò fino in vetta al Pizzo Tre Signori. L'itinerario segue inizialmente la bella mulattiera e si snoda tra fitti boschi e ripidi prati ancora ben curati, costeggiando un minuscolo ruscello. Vecchie baite e caselli per il deposito del latte e dei formaggi si susseguono lungo la mulattiera a testimonianza della secolare presenza dell'uomo e dell'attività da sempre praticata. Il percorso, dapprima abbastanza comodo, si fa via via più impegnativo e di tanto in tanto presenta tratti di ripida ascesa, finchè, dopo un'ora e mezza di cammino porta al piede dell'alpeggio Val d'Inferno, uno dei più estesi dell'alta Valle Brembana con i suoi 280 ettari di superficie totale, di cui 150 adatti al pascolo e il resto cespugliati, incolti o improduttivi. Nella parte bassa dell'alpeggio era situata la Casera, locale adibito alla produzione e alla conservazione del formaggio. L'edificio attuale venne costruito nel 1864 (ne fa fede la data posta sopra l'ingresso) sullo stesso luogo di quello distrutto da un incendio l'anno precedente. Oggi la vecchia casera, ristrutturata nel rispetto dell'ambiente all'esterno ed all'interno, è adibita ad agriturismo d'Alpe. Un'altra casera, più antica sorgeva più a monte, presso la baita Gaos, ma fu travolta da una slavina nel corso del Settecento. L'alpeggio si estende dai 1400 agli oltre 2000 metri di quota e ha un potenziale di 85 paghe; è di proprietà del comune di Ornica che lo concede in affitto alla società degli allevatori del paese, tuttavia da qualche anno viene caricato da estranei.L'alpeggio dispone di abbondanza di acqua per i numerosi ruscelli e per l'estensione e il notevole dislivello è suddiviso in una decina di stazioni dotate di baite, casere, stalle, penzane, diversi bàrech e calècc . Le baite più caratteristiche si trovano alla quinta stazione (baita Gaos), alla sesta (baita Spondone), alla settima (baita Ciarelli) e all'ottava (baita Predoni, costituita da un unico locale ricavato sotto il tetto di un'enorme pietra e delimitato da muri in pietra a secco).Il tratto che va dalla casera all'estremità settentrionale dell'alpeggio richiede un'ora di cammino. Dopo la baita Corna dei vitelli (1900 m), che costituisce l'ultima stazione, la mulattiera, ormai ridotta a poco più di una pista, incontra, a quota 2088 m., il sentiero delle Orobie occidentali, contrassegnato con il numero 101 (che porta al Rifugio Grassi da un lato e al Rifugio Benigni dall'altro).Ormai il paesaggio si è fatto spoglio, i pascoli hanno via via ceduto il passo a sterpaglie e macereti. Da qui si può ammirare la caratteristica “Sfinge”, un enorme sperone roccioso che sembra riprodurre il volto enigmatico degli antichi monumenti egizi. Una presenza inquietante e severa, che domina la parte terminale della Val d'Inferno, prima dell'erta finale verso la Bocchetta d'Inferno (a quota 2306 metri ) e il Pizzo del Tre Signori 2554 m) sulla cui vetta anticamente si incontravano i confini della Repubblica Veneta (Val Brembana), del Ducato di Milano (Valsassina) e dello Stato dei Grigioni (Valtellina). Superata la Bocchetta d’Inferno prendo a sx il sentiero ben segnalato da ometti (più che dai bolli ormai sbiaditi) e risalgo l’ampio vallone per facili rocce e sfasciumi tenendomi a destra della cresta per brevi salti. In ultimo, percorrendo un tratto della cresta nord con sentiero segnalato, raggiungo la vetta, superando senza difficoltà l’ultimo tratto impegnativo su placchetta rocciosa, attrezzato da pochi anni con fune. Panorama impagabile a 360° col cielo terso ed ottima visibilità. In vetta incontro amici escursionisti valtellinesi di Morbegno con i quali mi trattengo in vetta per un bel po’ a godere e fotografare il panorama spettacolare. Poi scendiamo, gli amici valtellinesi prendono a sx il sentiero per il Rif. FALC, mentre io prendo a dx quello per la Bocchetta d’Inferno. Sceso con attenzione alla Bocchetta, discendo la Val d’Inferno ormai in ombra, al fresco, mentre in salita al mattino avevo sofferto il caldo per il sole a picco. Incontro stambecchi, marmotte e bei cavalli. Rientro a Ornica verso il tramonto, contento di questo bellissimo ritorno sul Pizzo Tre Signori da Ornica, |
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